Ma allora: si cambia o non sia cambia?
Se davvero vuoi una risposta a questa domanda, ti consiglio di leggere Io prima di te di Jojo Moyes o di guardare il film che si basa sul romanzo.
Louisa e Will. Diversi, con esperienze diverse e ambizioni diverse. Uniti dal fatto che il cambiamento, con più o meno urgenza e successo nell’ottenere l’attenzione dei protagonisti, entra prepotentemente nelle loro vite. Ho trovato meravigliose nella loro umanità le reazioni e le interazioni che ne derivano. C’è davvero di tutto (qui uso parole mie, con libera interpretazione):
Ebbene, dalla storia di Louisa e Will emergono vividissime le tre componenti del cambiamento: mancanza, distruzione, creazione. Il cambiamento si verifica, infatti, nella creazione di qualcosa di nuovo che viene dall’ambiente esterno e che distrugge uno status quo, servendo a colmare o ad acuire un senso di mancanza. Solitamente è un evento e ha un carattere transitorio.
Ma - e questo è secondo me il grande pregio di questa storia - viene anche introdotto un concetto spesso confuso col cambiamento, ma in realtà molto diverso: quello di trasformazione.
Cambiamento e trasformazione hanno in comune due componenti su tre, perché anche la trasformazione implica una distruzione e una creazione. Tuttavia, nella trasformazione il senso di mancanza viene sostituito da un senso di pienezza e completezza. La traformazione si verifica dall’interno e avviene a livello dell’identità della persona, quando la persona distrugge ruoli/storie/scuse e diventa un po’ più quello che è nella sua essenza. Si tratta di un processo in divenire.
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Come il fiume che entra nell’oceano:
‘Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo
sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano’.
Il fiume e l’oceano - Khalil Gibran
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Allora, che ne pensi: si cambia o non si cambia?